Robbiano di Mediglia 15 ottobre 2024
Oggi si è celebrata la commemorazione
del 50° anniversario del sacrificio del mar. magg. MOVM Felice Maritano.
Il Comandante Generale dei Carabinieri Teo Luzi ne ha ricordato il coraggio, la lealtà e lo spirito di sacrificio: "l' Arma e lo Stato non dimenticano coloro che si sono sacrificati per rendere l’Italia migliore".
Luzi ha voluto inoltre sottolineare che, sebbene la società si sia evoluta nel tempo, i valori fondamentali rimangono invariati e continuano a costituire le basi su cui si fonda la giustizia e la libertà.
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Felice Maritano, maresciallo maggiore M.O.V.M. alla "memoria", nato a Giaveno (TO) il 15 gennaio 1919 e deceduto a Mediglia il 15 ottobre 1974 nel corso di un'operazione rischiosa - per la quale si era offerto volontario presso un covo delle Brigate Rosse.La caduta del covo di
mediglia è un duro colpo per le Brigate Rosse, non solo logistico ma
anche politico-organizzativo. Perché, oltre all’arresto di tre quadri
importanti, Piero Bassi, Piero Bertolazzi e Ognibene, tra i materiali
caduti c’è l’intero archivio di Controinformazione, con inchieste
scottanti come quella sulla misteriosa morte di Giangiacomo Feltrinelli a Segrate.
Felice Maritano |
Fu insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare "alla memoria" con la seguente motivazione:
"Già più volte decorato al valor militare e dieci volte solennemente encomiato per brillanti e rischiose operazioni di polizia giudiziaria, chiamato -su sua reiterata richiesta -a far parte di un nucleo speciale di Polizia Giudiziaria per la lotta contro il terrorismo, si distingueva -per intelligente capacità professionale e per coraggiosa dedizione al dovere - in una serie di azioni che conducevano fra l'altro a disarticolare una organizzazione eversiva, da tempo costituitasi per colpire e sovvertire le istituzioni dello Stato, ed a catturarne taluni pericolosi esponenti. Da ultimo, offertosi volontario per capeggiare rischioso appiattamento notturno presso una base operativa della banda armata, riusciva ad intercettare uno dei banditi, che affrontava con determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, anteponendo la propria persona a quella dei dipendenti. Benché colpito gravemente al petto dal fuoco del malvivente, persisteva nella sua decisa reazione, sino a ferire l'aggressore e -ormai morente - ad incitare i suoi uomini a catturarlo. Decedeva poco dopo, immolando in difesa della legge la sua esistenza e lasciando ai posteri un fulgido esempio di elette virtù militari e di esaltante dedizione al dovere".
Roberto Ognibene sotto processo a Milano |
Roberto Ognibene, nato nel 1954, entrò a far parte del cosiddetto “gruppo dell’appartamento”, con Alberto Franceschini e Prospero Gallinari, destinato a diventare una delle componenti fondatrici delle Brigate rosse.
Fece parte del commando che, il 17 giugno 1974, assaltò la sede del Msi di Padova, uccidendo i due militanti presenti (primi omicidi rivendicati dalla Br). Catturato e ferito dai carabinieri il 15 ottobre 1974: nello scontro a fuoco fu ferito a morte il maresciallo Felice Maritano.
Per questo delitto è stato condannato a 28 anni di carcere in primo e secondo grado. Altre condanne minori, fra l’altro per aver capeggiato la rivolta nel supercarcere dell’Asinara (2 ottobre 1979). Poi, nel 1990 la condanna a 18 anni per l’assalto e il duplice delitto di Padova nel ’74.
Si è dissociato dalle Br nel 1983. Dal 1993 ha goduto del regime di semi libertà.
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