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cav. Aldo De Tommaso |
Dicembre 2013 - il sindaco di Rodano ha premiato il nostro amico mar. capo e cav. Aldo De Tommaso con la massima onorificienza comunale: la "croce d'oro", uno splendido reperto in lamina d'oro utilizzato come decorazione funeraria dai Longobardi nel VII secolo.
Il sindaco Michele Comaschi ha letto la motivazione del riconoscimento dato al nostro maresciallo: "per la costante e fruttuosa opera svolta in questi anni per garantire la sicurezza e la legalità sul territorio comunale".
L'ultima impresa del maresciallo De Tommaso (nipote del capitano Orlando De Tommaso) è stata la cattura del pericoloso boss della 'Ndrangheta Luigi Cicalese.
Il maresciallo De Tommaso è riuscito poi con una paziente opera di persuasione a convincere il boss a pentirsi, permettendo così di arrivare a 97 arresti in varie città della provincia, alcuni dei quali personaggi importanti. Tra questi Antonio Ausilio, che nel 2006 a Redecesio di Segrate aveva ucciso con 7 colpi di pistola nella schiena la giovane avv. Marianna Spinella.
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avvocato Marianna Spinella |
I beni sequestrati al boss, per un valore di circa cinque milioni di euro, sono stati donati al comune di Rodano. Tra questi beni c'era anche un deposito dove erano occultati diverse armi da fuoco e quasi tre Kg di nitrolicerina: la loro eventuale esplosione avrebbe devastato buona parte del paese di Rodano.
individuato dal mar. De Tommaso uno degli assassini della contessa
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la villa della contessa, a Siena |
Siena, 9 luglio 2014 - La vita di una persona rapinata,
trascinata per i capelli dai suoi aguzzini per indurla a dire dove fosse
la cassaforte e deceduta 48 ore dopo per la paura "vale" una
condanna a 6 anni e dieci mesi di reclusione. E’ questa, infatti, la
decisione presa dal giudice Ilaria Cornetti nei confronti di Lalaj
Kujtim, 31 anni, Pjetri Mati, 27 anni e Perkola Ermir, 29 anni, tutti
albanesi — accusati di rapina e omicidio della contessa Mary Manfrin
Lamm Rusconi, 85 anni, proprietaria della tenuta "Il Castagno" alle
porte di Siena.
La rapina fu compiuta nella notte tra il 24 e il 25 novembre del 2012.
La nobildonna era sola in casa e i banditi la costrinsero con la
violenza ad aprire la cassaforte. La contessa, ricoverata in ospedale a
causa delle percosse subite e per il forte spavento, morì dopo alcuni giorni.
Le indagini furono affidate ai Carabinieri del nucleo
investigativo. Fin da subito fu imboccata la pista di
una banda specializzata in rapine in villa. L’intuizione investigativa
nel giro di sette mesi dette i risultati sperati. Gli odierni imputati
furono bloccati prima che scappassero all’estero.
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due degli arrestati |
Il 10 maggio 2013 uno di loro, in automobile assieme al suo presunto complice identificato in Alfred Brushi, ha avuto la sventura di imbattersi nel nostro maresciallo De Tommaso a Cernusco sul Naviglio mentre
era in procinto di prendere l’aereo per
scappare in Albania. Pur trovandosi di fronte un passaporto regolare,
Aldo De Tommaso fiutò subito la pericolosità dei soggetti, li fermò e
fece prendere loro le impronte digitali, poi il RIS di Parma confermò
che coincidevano con quelle trovate nella scena del crimine.
Operazione Infinito: 400 arresti contro la 'Ndrangheta
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operazione Infinito |
Il 9 giugno 2007, alle
ore 18:45, davanti al bar situato in Via Palermo nei pressi della
stazione ferroviaria di Limito, il cittadino albanese Augustin Leka veniva "gambizzato" con alcuni colpi di pistola. Il mar. Aldo De Tommaso, giunto per primo sul posto, riusciva a farsi dire dal ferito: "sono stati i calabresi .. voi li conoscete ... il calabrese con due figli." Si riferiva a Cosimo Maiolo,
esponente di spicco della "locale" di Pioltello della 'Ndrangheta, mai
denunciato prima perché la gente aveva paura di lui. Le indagini
continuate per mesi e mesi da Aldo De Tommaso, in collaborazione con gli
investigatori dei Carabinieri di Monza e in particolare con il lgt Carpino, portavano all'arresto di Alessandro Manno, al totale smantellamento della "locale" di Pioltello e ai circa 400 arresti della "Operazione Infinito".
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due armi sequestrate dal mar. A. De T. |
vedi anche: i 100 uomini del colonnello Spina
falsi medici, veri carabinieri
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il mar. travestito da infermiere |
Nel marzo 2014 il mar. Aldo De Tommaso guidava la squadra di Carabinieri delle Tenenza di Pioltello che, travestiti da medici, si sono infiltrati nell'Ospedale Cardiologico "Monzino" per arrestare il boss Antonino La Rosa, latitante da cinque anni. Antonino La Rosa, 62 anni, originario della provincia di Reggio Calabria, pregiudicato, ricercato perché condannato a scontare tre anni e sette mesi di reclusione per associazione a delinquere e falsificazione di monete.
Dopo la condanna, quando i carabinieri si erano presentati alla sua porta per arrestarlo, non lo avevano trovato. Sapevano però che abitava a Rodano, insieme alla sua compagna. Ha preso così il via la lunga e attenta attività di indagine coordinata dal capitano Camillo Di Bernardo per riuscire finalmente ad assicurare il latitante alla giustizia. Non appena i militari della tenenza di Pioltello hanno saputo che La Rosa, soffrendo di disturbi cardiovascolari, doveva recarsi in un ospedale milanese per sottoporsi a una visita specialistica hanno capito che era l'occasione perfetta per riuscire finalmente ad incastrarlo. Guidati dal mar. De Tommaso, i Carabinieri di Pioltello si sono presentati all’ospedale Monzino di Milano e hanno chiesto alla direzione sanitaria di poter indossare camici bianchi da medico così da accogliere il latitante senza dare nell’occhio e soprattutto senza che lui si rendesse conto che era ormai in trappola.
Quando La Rosa è arrivato all’accettazione, nel corridoio ad attenderlo c’erano già i falsi medici, che lo hanno accompagnato lontano dagli sguardi indiscreti degli altri pazienti in attesa della visita. Una volta chiusi all’interno dell’ambulatorio dove doveva svolgersi la visita, i carabinieri hanno fatto scattate le manette, sotto gli occhi sorpresi dell’uomo. Antonino La Rosa si trova ora nel carcere di San Vittore.
operazione Arancia Meccanica a Limito
Il nostro maresciallo Aldo De Tommaso si è trovato costretto a sfondare la porta di un'abitazione al n. 150/152 di via Dante, pur senza mandato di perquisizione. Ha poi dovuto lottare contro i cinque pregiudicati scatenati, aiutato dall'appuntato Giuseppe Di Lorenzo, e dal car. scelto Alessandro Micalizzi. Sparse sul pavimento il nostro maresciallo ha contanto ben 40 bottiglie di superalcoolici, ovviamente svuotate.
La vittima aveva chiamato il 112 con il telefono cellullare di uno dei violenti, però era riuscito a comunicare l'indirizzo di casa. La pattuglia comandanta dal maresciallo ha dovuto quindi perlustrare tutta la zona di via Dante verso il confine con Segrate, dalle 23:30 alle 4:30 di notte, finché non hanno individuato l'abitazione dove era sequestrato l'egiziano basandosi su indizi. I vicini di casa non si erano insospettiti, nonostante il frastuono e l'odore della droga fumata in abbondanza.
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21 dicembre 2013. Irrompono in casa di un quarantenne di loro conoscenza, lo malmenano, si piazzano in salotto e praticamente lo sequestrano per tre giorni, sino a quando lui riesce a lanciare un sos ai carabinieri: arresto per cinque sudamericani giovanissimi, denuncia per un sesto componente della banda, appena quindicenne.
Uno dei fermati è il figlio dell’ex convivente della vittima. È stato
il quarantenne, di nazionalità egiziana e domiciliato in un appartamento
di Limito, frazione di Pioltello, a chiamare il 112 l’altro pomeriggio.
Il tempo di organizzare il blitz,
ed ecco sul posto i militari della stazione di Pioltello supportati da
unità dell’esercito da tempo in attività sul Comune, che hanno fatto
irruzione nell’appartamento indicato, "liberato" il prigioniero e
fermato i cinque giovani; tutti protagonisti, insieme al connazionale
minorenne, di
una bravata stile "Arancia meccanica", tutta alcol, droga e
violenza, che è durata tre interminabili giorni e poteva finire molto,
molto peggio.
I cinque, quattro dell’Ecuador e un peruviano,
conoscevano a quanto si è capito l’egiziano in quanto l’uomo era stato
convivente della madre di uno di loro. L’altra sera, come anche la
vittima ha riferito ai militari, il gruppo si è presentato alla porta
con la scusa di una visita. Ma i sei lì sono rimasti, mangiando,
ubriacandosi e assumendo droghe, e bloccando sul nascere, a suon di
botte e minacce, le rimostranze del padrone di casa, sempre meno
contrariato e sempre più terrorizzato.
Un bivacco violento durato
tre lunghi giorni, nel corso dei quali la banda, intenzionata ad
installarsi per un lungo periodo, ha infierito non solo sull’uomo, ma
anche sull’appartamento, su mobili e suppellettili. All’arrivo dei
carabinieri la gang ha reagito con violenza, provocando una
colluttazione con i militari che non ha avuto fortunatamente gravi
conseguenze. Alla fine, manette per cinque e denuncia per il minore.
Il
quintetto di sbandati,
tutti con precedenti penali, è stato portato in
camera di sicurezza e poi a Milano, dove il giudice ha convalidato i
fermi per violenza privata, violenza e resistenza a pubblica ufficiale e
danneggiamenti, e poi disposto per tutti gli arresti domiciliari.
Un’ipotesi di imputazione per sequestro di persona, su cui si è
proceduto per le prime ore, è stata per il momento accantonata. L’uomo
picchiato è stato condotto in pronto soccorso subito dopo il blitz, per
qualche medicazione e per consentirgli di riprendersi dallo choc. Poi ha
raccontato nei dettagli l’allucinante avventura ai militari.
articolo completo su Il Giorno
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il cinema multisala Europlex |
individuati i membri della baby gang e recuperata la pistola
Scavando anche nella massa di informazioni dei social-media sul web, il nostro maresciallo capo Aldo De Tommaso, affiancato da un appuntato e un car. scelto, ha individuato la banda di minorenni che avevano assalito una guardia giurata e ha poi recuperato anche la pistola che era stata sottratta all'uomo.
E' passata da poco la mezzanotte dello scorso 7 maggio 2011. Presso il
cinema multisala UCI di via San Francesco una guardia armata in servizio per la Sicuritalia è allertata dall'
allarme anti-intrusione di uno dei portoni di sicurezza. Giunto
sul posto, l'uomo incrocia la banda che armeggia ancora sulla porta. "Gli ho chiesto di allontanarsi, altrimenti sarei stato costretto a
chiamare i carabinieri", ricorda il vigilante. Per tutta risposta
viene insultato pesantemente. Anziché reagire la divisa fa due passi
indietro e chiama i carabinieri.
Dieci adolescenti minorenni italiani, di Pioltello e di Rodano, il più giovane dei quali ha 15 anni, aggrediscono la guardia e
gli rubano la pistola. Tempestano il 25enne Leonardo C. di calci e pugni,
lasciandolo a terra privo di sensi. Infieriscono selvaggiamente su di lui anche quando cade sul pavimento. I teppisti gli sfilano quindi il telefono cellulare, il portafogli
e, soprattutto, la pistola Glock calibro 9x21 custodita nella fondina.
La banda riesce adileguarsi pochi istanti prima che arrivino i carabinieri. La
vittima viene trasportata all'ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio, con rottura del setto nasale e cinque costole
incrinate. Nel frattempo i militari battono subito il territorio. La testimonianza del ferito e le immagini delle telecamere di
sicurezza permettono di individuare alcuni dei colpevoli. Tutti
figli di famiglie per bene, tranne due provenienti da situazioni
problematiche, i ragazzi della stessa gang hanno anche devastato un'edicola di Rodano, devono rispondere di una lunga la lista di accusa:
lesioni, rapina, porto abusivo d' armi e ricettazione.
Le indagini dei Carabinieri di Pioltello e del comando di Cassano d'Adda si concentrano quindi sulla pistola semiautomatica calibro 9x21. Per settimane nessuno dei ragazzi aveva ammesso di averla sottratta all'uomo,
nascosta o venduta.
Dopo settimane di pazienti indagini, di interrogatori e di ricerche sul Web, Aldo De Tommaso e la sua squadra di carabinieri di Pioltello riescono a far luce su tutti i particolari della vicenda e soprattutto a recuperare l'arma che la guardia giurata si era lasciata sottrarre per evitare di sparare addosso ai ragazzi.
Sulla stampa non sono stati resi noti alcuni particolari perché i ragazzi coinvolti
sono minorenni. La guardia giurata Leonardo ha voluto comunque rendere pubblico quello
che gli è accaduto per ringraziare i Carabinieri: "A loro va il mio
grazie sentito per l’aiuto che mi hanno dato e perché sono riusciti a
individuare coloro che mi hanno fatto del male. Oggi più che mai, oltre
al dolore fisico, sono tormentato dal pensiero continuo di quella sera
mentre ero a terra, e dell’istinto di usare la pistola. Non l’ho fatto
solo perché non volevo essere additato come il solito vigilante che ha
sparato a degli innocenti".
Anche a distanza di anni resta molto difficile giudicare la scelta di Leonardo di lasciarsi sottrarre l'arma ...
molestie su una bimba di 4 anni
Un caso delicato di pedofilia che ha diviso l'opinione pubblica di Pioltello anche perché l'accusato, Ernesto Borgonovo, era un gestore del bar di Via Bozzotti e persona con moltissimi amici in città.
Il 4 giugno 2011 la madre della piccola era andata a confidare i suoi forti sospetti al mar. De Tommaso, che ha subito iniziato le difficili e impopolari indagini su una persona molto conosciuta e apparentemente al di sopra di ogni sospetto; è stata molto difficile anche la corretta interpretazione dei racconti di una bambina così piccola. Ciò nonostante il maresciallo riusciva a raccogliere una serie di indizi che incastravano il sospettato. Il 25 agosto 2011, la magistratura decideva di applicare misure coercitive che impediscono al Borgonovo di fare ritorno a Pioltello.
La madre della piccola ha quindi scritto al generale Leonardo Gallitelli una commuovente lettera di ringraziamento per la difficile indagine compiuta dai Carabinieri di Pioltello guidati dal mar. Aldo De Tommaso.