martedì 3 febbraio 2015

Micalizzi per noi è la regola

Alessandro Micalizzi in Regione Lombardia
Milano, 2 febbraio 2011. Un bambino di 10 anni stava aspettando il treno nella stazione della metropolitana Loreto di Milano e intanto giocava con un videogame portatile. Completamente assorbito dal gioco, il bambino si è inconsapevolmente avvicinato alla linea gialla della banchina finché, prima di poterlo fermare, ha messo un piede nel vuoto cadendo letteralmente nel vano dei binari, dove ha sbattuto con forza la testa.
 
IL SALVATAGGIO
Senza perdere un istante un Carabiniere di 26 anni, Alessandro Micalizzi, in servizio alla stazione di Pioltello ma in quel momento semplicemente diretto verso Gessate, si è gettato dietro il bambino, buttandosi tra i binari per salvarlo. Poco prima che sopraggiungesse il treno successivo, Alessandro ha quindi afferrato il bambino di peso spingendolo sopra la banchina, al sicuro, seguendolo poco dopo anche lui stesso. Tra lo sbalordimento dei presenti, tanti hanno battuto le mani mentre il bambino, con una ferita alla testa ma sostanzialmente salvo, è stato raggiunto dalla mamma, che ha rifiutato le cure mediche sostenendo di voler portare lei stessa il bambino in ospedale.


medaglia d'oro

Sopra: il 6 giugno 2012 il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha consegnato le ricompense per fatti di "quotidiano eroismo": medaglia d'oro al valor civile al V.Brig. Roberto Lorini e al nostro Carabiniere Alessandro Micalizzi.




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Alessandro Micalizzi premiato da Concas

da: il Giorno - Martesana

Encomio all'eroe del Metrò

Pioltello, 11 marzo 2011 - Mai vista una sala consiliare così piena. Mercoledì, Pioltello è corsa in massa a rendere omaggio ad Alessandro Micalizzi, il carabiniere 26enne in servizio in città, che il 1 febbraio ha salvato a Milano un ragazzino sulle rotaie della metropolitana. Il piccolo, caduto per colpa di un videogioco, rischiava di finire sotto al treno in arrivo. In un attimo il militare è diventato un eroe, anche se respinge la definizione, e ha ricevuto un encomio dal sindaco Antonello Concas. Un’occasione ghiotta per rispolverare il rapporto fra le divise e la comunità.

Composto, misurato, Micalizzi ha avuto il suo momento di gloria: al militare il plauso commosso del pubblico che gli ha espresso riconoscenza. Il carabiniere semplice è nato e cresciuto a Messina. Un ragazzone alto quasi due metri, attento a quel che accade intorno a lui. Sempre all’erta. Sono queste caratteristiche che hanno fatto la differenza il giorno del miracolo alla stazione di Loreto, quando ha salvato il ragazzino.
TENERE D’OCCHIO la situazione è facile come respirare per uno che, così giovane, ha già alle spalle due anni nell’esercito e quattro con la divisa della Benemerita, tre dei quali prestati nell’hinterland. A Pioltello. Dove tutti i giorni si misura con la realtà multietnica della città. Abituato a servizi continui nel quartiere Satellite, crogiolo di razze e di lingue. Le etnie diverse in quella zona di palazzoni interminabili, spersonalizzanti, sono più di settanta. Ma quella polveriera è stata una palestra di vita. E alla prima occasione, il carabiniere ha mostrato la stoffa di cui è fatto.
"Micalizzi per noi è la regola",  dice il capitano Camillo Di Bernardo, alla testa della Compagnia di Cassano, da cui Pioltello dipende.

Il gigante buono, sulla banchina del metrò per Gessate, linea verde, il 1 febbraio, non ha avuto paura. "Ho controllato l’arrivo del treno, ho capito che non c’era tempo da perdere e mi sono buttato. Non ho fatto in tempo a pensare ad altro. Quando un pericolo come quello rischia di diventare concreto, si reagisce di istinto. E così è stato. Un bambino va protetto a ogni costo". Attorno la gente, prima terrorizzata, poi ammirata. Tutti a guardare stralunati il giovane angelo. Il momento più bello? "Quando ho guardato negli occhi il bambino, ormai salvo", ricorda Micalizzi. Al suo beneffatore, il ragazzino ha regalato un sorriso radioso.

    Barbara Calderola

vedi anche: operazione Arancia Meccanica



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