sabato 19 dicembre 2015

inseguito e acciuffato


mar. Angelo Maier

Calisto Bussandri


Limito, 19 dicembre. Come tutti i sabati mattina, i nostri soci Angelo Maier e Calisto Bussandri stavano sorvegliando la zona del mercato di Limito, svolgendo un regolare servizio concordato con le autorità comunali. 
Verso le 11 la coppia di nostri amici ha risposto alle grida di richiesta di aiuto del concittadino Luciano Castano, che stava inseguendo a piedi un ladro. Quest'ultimo, un trentenne di Treviglio (BG) con piccoli precedenti per reati contro il patrimonio, aveva appena asportato il navigatore satellitare dall'automobile del Castano, parcheggiata nel box dell'abitazione.

I nostri due volontari si sono messi all'inseguimento senza indugio, dimostrando anche buone doti atletiche. Dopo un Km di corsa tra le vie di Limito hanno finalmente agguantato il ben più giovane fuggitivo, per poi consegnarlo dopo pochi minuti nella mani dei Carabinieri della nostra Tenenza. Il ladro, rendendosi conto di trovarsi di fronte a professionisti determinati e fisicamente in forma, non ha opposto resistenza all'arresto e ha ammesso con disappunto di essere già stato acciuffato altre volte.



vedi anche: ANC di Fidenza sconfigge la microcriminalità



i due amici in uniforme operativa




giovedì 17 dicembre 2015

ubriachi ma professionisti

il ten. Issenmann sulla scena del crimine

Pioltello, quartiere Satellite, lunedì 15 dicembre 2015. 
Alle 22:50 tre uomini sono entrati nel Bar Sport di Via Mozart, nel quartiere Satellite. Tre volti sconosciuti agli avventori del bar, tra cui c'erano i due albanesi Mrishaj Endri e Vladimir Pjetri, seduti a un tavolo a giocare a carte. 
Improvvisamente uno dei tre sconosciuti ha estratto una pistola e ha esploso almeno sette colpi in direzione del tavolo dei due albanesi. Il 26enne Mrishaj è stato ferito gravemente all'addome, Vladimir a una gamba.
I tre uomini avevano trascorso la serata alle slot machines del locale, perdendo somme importanti di denaro, probabilmente qualche migliaio di euro. E avevano molto, soprattutto superacolici. Infuriati per la serata sfortunata, hanno chiesto con rabbia di bere altri alcolici. Il barista si è rifiutato di servirli e gli ha mandati via: loro sono usciti per un attimo e poi, in preda all’ira, sono tornati e hanno aperto il fuoco.

Il modus operandi durante la sparatoria è stato da professionisti: chi ha sparato indossava guanti di lana nera e tutti loro sono stati attenti a non lasciare impronte digitali. Uno dei tre uomini è rimasto sulla porta d’ingresso agendo come persona abituata a guardare le spalle ai complici. Gli altri due hanno impugnato le armi corte: il primo ha sparato 7 o 8 colpi contro i presenti, prendendo in pieno Mrishaj e il barista, mentre il secondo gli ha coperto le spalle con l’arma puntata.
I tre si sono poi prontamente e abilmente dileguati.

Sono subito giunte sul posto le gazzelle della tenenza di Pioltello e del NORM di Cassano, oltre a tre ambulanze. Una di queste ha trasportato Mrishaj al Policlinico di Milano, però le sue ferite erano troppo gravi e il giovane è deceduto in sala operatoria. Mrishaj Endri, senza fissa dimora, era stato già arrestato lo scorso mese di maggio dai Carabinieri di Pioltello perché trovato in possesso di 80 grammi di cocaina. Vladimir Pjetri, invece, lavorava come cameriere nel bar stesso.

Secondo i racconti dei testimoni e quanto registrato dalle telecamere si è trattato di un reato d'impeto, di un litigio finito male, non di un regolamento di conti tra spacciatori.

Dopo le prime indagini, affidate ai nostri amici investigatori del nucleo di Monza, i tre sconosciuti vengono descritti come professionisti addestrati a sparare a sangue freddo e abituati a coprirsi le spalle a vicenda per non esporsi al fuoco degli avversari.
Gli investigatori hanno esaminato con cura i fotogrammi del sistema di sorveglianza del bar e della telecamera installata dal Comune all’angolo della strada, che punta proprio sull’ingresso del locale. I volti dei tre uomini non corrispondono a nessuno dei profili della banca dati delle forze dell’ordine e non sembrerebbero nemmeno avere precedenti penali. Sicuramente non sono di Pioltello, altrimenti al Satellite li avrebbero riconosciuti, quindi si pensa a dei forestieri. Alcuni testimoni della sparatoria hanno riferito di aver colto un accento georgiano nella voce dello sparatore.
 

Per il momento, non sarebbero emersi elementi che farebbero pensare ad un regolamento di conti, anche se i killer erano dei veri professionisti.

Esortiamo quindi tutta la popolazione di Pioltello a fornire ai Carabinieri ogni informazione che potrebbe portare all'identificazione dei colpevoli. 

vedi anche: quartiere Satellite senza pace

Un anno prima, nel "bar Centrale" di Via Bellini, nello stesso quartiere del Bar Sport, quattro uomini, entrati a volto coperto, avevano gambizzato un avventore di orgini albanesi.


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Annotazioni sulla mafia georgiana


La mafia georgiana, troppo spesso confusa con quella russa, è un fenomeno criminale in prepotente ascesa sorto dalle ceneri dell’ex Unione Sovietica. Forse per questo, erroneamente, viene assimilata alla mafia russa. Un’associazione di idee che spinse Aleksandr Gurov, della Commissione sicurezza della Duma, ha dichiarare come “una mafia etnicamente russa non esiste. Nella criminalità organizzata confluiscono i rappresentanti di vari gruppi armati.

La mafia georgiana ha caratteristiche proprie e si sviluppa intorno agli anni Ottanta del secolo scorso, quando nella repubblica socialista georgiana cominciano a introdursi timidi elementi di rinnovamento economico e politico. L’economia georgiana pre-perestrojka era il risultato di una fondamentale differenza culturale dovuta all’affermarsi di valori come la competizione, la capacità di assumersi rischi, il senso dell’onore e il nepotismo. Dieci anni dopo questo sostrato economico-politico si rovescia nella nuova Georgia indipendente traducendosi in un'economia basta sulla corruzione, sull’influenza e sull’illecito. La formazione delle reti di criminali, denominati kanonieri qurdebi (ladri nella legge) sul calco delle organizzazioni criminali sorte nel resto del territorio sovietico è stata favorita anche dalla guerra civile che ha riguardato la Sud Ossezia (1991-92) e l’Abcasia (1993). L’economia di guerra, quando non se ne è avvalsa, ha favorito lo sviluppo di gruppi criminali. L’economia di pace non è riuscita ha rifondare il sistema economico e il potere criminale è andato affermandosi al punto che, nel 2003, l’allora presidente georgiano (già ministro degli esteri sovietico) Eduard Shevardnadze ammise: “la mafia sta mangiando il Paese”.

Secondo fonti di stampa, il 33% dei criminali provenienti dalle regioni ex-sovietiche è georgiano. Altri gruppi hanno preferito muovere verso l’Europa come i molti casi di cronaca testimoniano.

Le ragioni di un successo

La domanda di base è una: come può un così piccolo Paese sviluppare un fenomeno criminale di così grande portata? La risposta non può essere ricercata nella “cultura” o nella “mentalità” georgiana.  Il motivo va cercato nella natura del fenomeno criminale georgiano. Si tratta di una mafia che fornisce protezione sociale ed economica, tanto più preziose in un periodo di transizione e radicali mutamenti come quello che andava dalla fine degli anni Ottanta all’inizio degli anni Duemila. E’ in grado di controllare e arginare altre forme criminali “da strada”, percepite come pericolo reale dalla popolazione. E’ stata utilizzata anche per la riscossione delle tasse, specie durante gli anni della guerra civile. Offre “servizi di pubblica utilità”, e questo le ha consentito di godere del appoggio popolare e politico. Nel periodo di passaggio tra l’economia pianificata a quella capitalista, la mafia georgiana ha svolto un ruolo fondamentale di controllo e gestione del fenomeno, di fatto regolandolo.

Infine, la transizione georgiana dal socialismo alla democrazia è stata particolarmente sanguinosa. Le guerre civili sono l’espressione di un più diffuso clima di instabilità che ha favorito l’affermazione di una “mafia militare” capace di entare persino nelle forze di polizia. E’ solo dal 2004 che il processo di state-building georgiano include il contrasto alla mafia. Il risultato è stato raggiunto per metà. Poiché se da un lato i kanonieri qurdebi hanno mollato la presa sul Paese, dall’altro sono “emigrati” in Russia ed Europa, Italia compresa.

sabato 28 novembre 2015

maxi retata in Piazza Garibaldi

un machete sequestrato, con lama da oltre 30 cm
In seguito a una maxi rissa tra opposte fazioni di albanesi e maghrebini, armati di pistole, coltelli e machete, i nostri Carabinieri della Tenenza di Pioltello hanno prontamento organizzato una imponente retata nella zona di Piazza Garibaldi a Seggiano.
Guidati dal tenente Issenmann e supportati anche da uomini del comando compagnia di Cassano d'Adda, i Carabinieri di Pioltello hanno eseguito numerose perquisizioni a persone e abitazioni in Piazza Garibaldi, traendo in arresto un pericoloso pregiudicato albanese. Numerosi soggetti sono stati denunciati per porto abusivo di pistole e coltelli.
L'operazione è stata molto apprezzata dai cittadini del quartiere, che hanno applaudito e ringraziato i militari.




venerdì 27 novembre 2015

rapina con morto a Rodano: molti colpevoli

Valentin Frrokaj
Rodano, 24 novembre 2015. Pericoloso e ricercato perché evaso dopo una condanna all'ergastolo:  Valentin Frrokaj, albanese di 37 anni, è il bandito rimasto ucciso a Lucino di Rodano da Rodolfo Corazzo, il commerciante che era stato sequestrato per rapina nella sua villa di Via Matteotti insieme a sua moglie e alla figlia di 10 anni.

CC di Pioltello sulla scena del crimine
Dopo tre giorni è ancora caccia in varie regioni del Nord Italia ai due complici. I carabinieri del Comando provinciale di Milano, gli investigatori del nucleo di Monza e il capitano Camillo Di Bernardo della Compagnia di Cassano, hanno esteso la ricerca in tutte le possibili direzioni di fuga. Secondo quanto riferito dall'imprenditore Rodolfo Corazzo, i tre assalitori parlavano italiano ma avrebbero avuto un accento straniero, forse dell'Est Europa. 

Valentin era ricercato dopo essere evaso il 7 maggio 2014 dal carcere "Pagliarelli" di Palermo dove stava scontando una condanna all'ergastolo per l'omicidio di un connazionale commesso il 23 luglio 2007 a Brescia. Prima ancora, il Frrokaj era scappato dall'Albania con una condanna sulle spalle a 7 anni e 6 mesi per tentato omicidio: aveva sparato a un uomo che riteneva avesse “disonorato” la sua famiglia. Il 37enne era già evaso il 2 febbraio 2013 dal carcere di Parma (insieme con Taulant Toma, un altro detenuto albanese che nel 2007 era evaso dal carcere di Terni)  ma era stato catturato il 14 agosto 2014 a Vignate dai nostri amici del NORM di Cassano d`Adda. Nella circostanza fu trovato con una pistola 7.65 Beretta con matricola abrasa e materiale idoneo a immobilizzare eventuali vittime di rapina in villa.

carcere Pagliarelli
Il "Pagliarelli", (vedi immagine sopra) alle spalle del quale si stagliano le Madonie palermitane, è una struttura imponente e in cemento armato, molto moderna. L’istituto penitenziario è stato inaugurato nel 1995 e dal 2002 opera a pieno regime. Poco dopo le tredici il Frrokaj passeggia da solo (era sottoposto ad isolamento) nel cortile. Quando l'agente della polizia penitenziaria si allontana, l'ergastolano scavalca dapprima un muro altro circa tre metri e mezzo (probabilmente con l'aiuto di un lenzuolo annodato nascosto sotto i vestiti), poi si lancia dal tetto della zona di passeggio, supera un primo cancello, poi il muro di cinta alto sette metri, infine la cancellata alta circa 5 metri. Qui si è ferito leggermente e ha lasciato il lenzuolo. 
Secondo la ricostruzione del sindacato degli agenti di polizia penitenziaria, quel mattino mancava una sentinella (!!) sul muro di cinta.
Una volta dato l'allarme è subito partita una imponente quanto inutile caccia all'uomo, con numerose volanti, un elicottero e una squadra cinofila della Questura che ha fatto fiutare ai cani le lenzuola usate per la fuga.
il filmato dell'evasione su livesicilia.it


Dal carcere di via Burla (!!) a Parma, secondo la ricostruzione effettuata dal sindacato degli agenti di polizia penitenziaria i due albanesi avevano segato le sbarre della cella (pare con la lama di un taglia-unghie) e si erano calati con lenzuola per poi raggiungere l'esterno della casa circondariale. Erano scattati gli allarmi automatici e le telecamere del carcere hanno ripreso tutti i movimenti dei fuggitivi, però la sorvegliante di turno ha subito spento l'allarme, continuando a ignorare il sistema di videosorveglianza e a NON fare il suo dovere.

Grande Punto di Pioltello

I Carabinieri rischiano la vita per individuare, pedinare, inseguire e arrestare pericolosi criminali, poi succede che ...




un crimine odioso



27 Novembre – I Carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni hanno arrestato e condotto in carcere un 35enne originario di Napoli, M.F., truffatore seriale che infieriva su anziani soli.  

Il comandante provinciale, colonnello Canio Giuseppe La Gala, ha colto l'occasione per rinnovare l’invito ai cittadini a rivolgersi senza esitazioni ai militari dell’Arma per segnalare telefonate sospette e persone che tentino di carpirne la fiducia. La tempestività della segnalazione, come in questo caso, è indispensabile per fermare i delinquenti prima che facciano perdere le loro traccie.

La presenza sul territorio si è in questo caso giovata dell’allerta dei cittadini, che hanno segnalato alcune telefonate, ricevute tra Cinisello Balsamo e Nova Milanese, con la richiesta di denaro da parte di sedicenti carabinieri.
Una pattuglia del NORM ha raggiunto subito l’area e ha individuato una Peugeot bianca sospetta. L’unico passeggero è stato bloccato, mentre tentava di allontanarsi con in tasca una busta con 500 euro in contanti, consegnata da un’ignara vittima, una donna di 68 anni.

L’anziana ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal malvivente che dapprima si era finto avvocato, poi Carabiniere, prospettando il coinvolgimento del figlio in un sinistro stradale e richiedendo il denaro per sanarne le pendenze. Secondo il raggiro inventato dal truffatore, il contante sarebbe stato necessario per evitare il carcere al figlio, trattenuto presso una stazione Carabinieri, in quanto il suo veicolo era privo di copertura assicurativa.

sabato 14 novembre 2015

a chi spetta la prevenzione ?


A chi spetta la prevenzione ?
Dobbiamo sempre chiudere la stalla quando i buoi sono scappati ?
Dobbiamo continuare ad accogliere gente che ci odia e non ha alcuna intenzione di integrarsi nella nostra società ?

Lo sdegno e le lacrime equivalgono a un applauso per i terroristi, chiunque siano i loro mandanti. Servono contromisure concrete e una migliore preparazione.


col. La Gala
Appello ai cittadini di Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano:
" (...) sulla base degli incontri fatti in questi giorni prefettura durante i vari comitati per l'ordine e la sicurezza, posso assicurare che le risorse in campo qui sono veramente tante e qualificate e che è stata incrementata in maniera significativa anche l'attività d'intelligence. Per questo chiedo ai milanesi di continuare a mantenere alto il livello di guardia, valorizzandolo, il senso civico che li contraddistingue da sempre, segnalando immediatamente al 112 - ma anche a una delle 106 stazioni dei carabinieri sparse su tutto il territorio del Comando provinciale di Milano e che costituiscono davvero la sicurezza a portata di mano - non solo fatti anormali ma anche semplicemente percepiti come diversi dal cittadino. Dobbiamo restare uniti. In modo da poter individuare immediatamente qualsiasi malintenzionato".  

 



oltre 128 morti e 350 feriti
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Gli attentatori, giovani fanatici manipolati :



Chiunque sia stato a manipolarli, resta il problema di milioni di giovani come loro, con una cultura molto diversa dalla nostra, difficilmente integrabili (anche perché non vogliono integrarsi), senza speranze, con nulla da perdere e facilmente influenzabili.









giovedì 29 ottobre 2015

conferenza sulle truffe agli anziani


In considerazione dell'aumento della microcriminalità nella nostra zona, il Comandante Provinciale ha chiesto a tutti i comandi di riunire le varie associazioni presenti sul territorio per allertare la popolazione e descrivere le varie tipologie di truffe perpetrate a danno degli anziani, per poi spiegare come potersi difendere.  
Abbiamo quindi organizzato una riunione che si terrà venerdì 30 ottobre alle ore 20,45 presso la nostra sede di Piazza Don Civilini 1.

Si tratta di un argomento di attualità sia per gli anziani sia per i loro parenti e amici, quindi ci aspettiamo una partecipazione numerosa.
Relatori sarà il tenente Marco Issenmann, coadiuvato dal suo "braccio destro", il maresciallo  A.S. UPS Andrea Roncallo.

   il presidente, mar. Pietro Calzetta



vedi anche le lezioni del dott. Vincenzo Panza di ANC Brugherio



falsari a Pioltello

le banconote recuperate

29 ottobre. Ultimamente i commercianti della nostra zona avevano notato negli incassi la presenza di banconote da 50 euro false.
Le indagini dei Carabinieri della tenenza di Pioltello sono iniziate il 13 agosto, con una squadra guidata dal nostro amico mar. capo Aldo De Tommaso. Con l'aiuto di strumenti informatici e di photofit è stata riconosciuta dai filmati delle telecamere una casalinga 48enne di origini campane, tale Rosetta, la cui presenza presso gli esercizi colpiti era collegata alla comparsa delle banconote sospette.
Oggi pomeriggio i militari hanno perquisito la sua abitazione nel quartiere "Satellite" senza trovare banconote false. La perquisizione è proseguita quindi controllando anche l’abitazione di Pasquale, operaio 59enne, anch’egli campano: tra i suoi vestiti sono emerse 200 banconote da 20 euro stampate con un grado elevato di professionalità.

Rosetta e Pasquale sono indagati per spendita e fabbricazione di denaro falsificato;
Pasquale è già stato trasferito a San Vittore mentre la donna rimane a casa a piede libero.

Proseguono gli accertamenti alla ricerca di complici e di altri anelli della filiera della falsificazione.


La squadra del maresciallo: app. Giuseppe Di Lorenzo e i carabinieri scelti Salvatore Toma e Mario Visone.

venerdì 23 ottobre 2015

40 Kg di hasish sequestrati a trafficante internazionale

Mercedes classe E
Dopo settimane di indagini e appostamenti, i Carabinieri di Pioltello hanno arrestato un'affascinante quarantenne albanese, Suela H.
La donna gestiva un traffico di hashish dall'Albania a all'Italia, una manager distinta ed elegante che girava su una fiammente Mercedes-Benz "classe E" nera.
La base delle sue attività era un'insospettabile villetta nel nuovo quartiere tra Via Roma e Via Ferruccio Parri, vicino alla Strada Statale "Padana Superiore".

40 Kg di droga sequestrata
Non si è lasciato ingannare dalle apparenze rispettabili il nostro infaticabile maresciallo Aldo De Tommaso, che assieme alla sua squadra composta da un appuntato e due carabinieri scelti, tutti della tenenza di Pioltello. Hanno pedinato la donna per settimane e ha passato lunghe ore anche di notte appostati tra le villette in fondo a Via Roma per curare le intercettazioni ambientali.

Salvatore Toma


La squadra del maresciallo: Giuseppe di Lorenzo e i carabinieri scelti Salvatore Toma e Mario Visone.

nuovo capo di stato maggiore della Legione

Giuseppe Brancati

Il colonnello Giuseppe Brancati è il nuovo di Capo di Stato Maggiore presso il Comando della Legione Carabinieri Lombardia a Milano. Dall'ottobre 2013 era stato il comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza.
In precedenza Brancati aveva ricoperto numerosi incarichi di comando nell'Arma territoriale. Dal 2010 al 2013 era a capo dell'Ufficio Affari Generali presso lo Stato maggiore della Difesa.
Nato a Roma 49 anni fa, il colonnello Giuseppe Brancati ha conseguito due lauree, una in Giurisprudenza, l'altra in Scienze della Sicurezza interna ed esterna, due master e vanta una perfetta conoscenza della lingua inglese. 

domenica 18 ottobre 2015

presidiare i confini


Stamattina è stata inaugurata la nuova caserma di San Leonardo, nella Valli del Natisone, in prossimità del confine tra la provincia di Udine e la Slovenia. Il colonnello Marco Zearo, comandante provinciale dei Carabinieri di Udine, ha dichiarato che  "i presidi dell'Arma sul territorio rimangono" e ancora una volta si è impegnato a "prestare la massima attenzione al monitoraggio e controllo dei confini per arginare il dilagante fenomeno dell'immigrazione clandestina e bloccare ogni infiltrazione di organizzazioni criminali".

Proprio oggi il governo della Repubblica di Slovenia sta discutendo l'opportunità di chiudere i confini ai profughi provenienti dalla Croazia, anche con l'intervento dell'esercito.

molti soci ANC con il gen. Flavio Garello

Presenti alla cerimonia i nostri amici della fanfara del terzo reggimento "Lombardia" oltre alle rappresentanze di ANC del Friuli, il questore e il prefetto di Udine, il colonnello Marco Zearo – responsabile del Comando provinciale dei carabinieri di Udine – e il generale di brigata Flavio Garello, comandante della Legione carabinieri del Friuli Venezia Giulia

picchetto d'onore e fanfara


la nuova caserma

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Marco Zearo
Più controlli ai confini  (articolo dal Gazzettino del Nord-Est)

Finanziata dalla Regione Friuli Venezia Giulia grazie a uno stanziamento di 1,2 milioni di euro, sarà inaugurata domenica 18 ottobre la nuova caserma dei carabinieri di San Leonardo (Udine), piccolo paese delle Valli del Natisone, area al confine con la Slovenia dove, negli ultimi mesi sono stati pizzicati centinaia di clandestini e dove la comunità residente sente la necessità di essere tutelata dalle forze dell’ordine e riconosce nell’Arma il baluardo della legalità. Il territorio infatti è molto vasto e i centri abitati abbastanza distanti l’uno dall’altro.


per ora la Slovenia ferma i migranti




sabato 10 ottobre 2015

utenze problematiche al Satellite


Stavolta il nostro amico mar. capo Aldo De Tommaso non si è travestito da medico ma da operaio dell'Enel, per indagare su un furto di energia elettrica in Via Cimarosa.

Dopo gli scandali dello scorso anno - sempre nel quartiere Satellite - per i mancati pagamenti di oltre un milione di euro di utenze per gas ed energia elettrica, in un palazzo di Via Cimarosa da qualche tempo gli inquilini anno notato un rincaro inspiegabile delle loro bollette per la corrente elettrica.
Una volta allertati i Carabinieri della nostra Tenenza, sono subito iniziate le indagini in collaborazione con i tecnici dell'Enel e coordinate dal maresciallo De Tommaso, che per non destare insospettire i ladri si è vestito come i tecnici durante il sopralluogo. Dopo aver individuato una forzatura nel gabbiotto dell'erogatore centrale del condominio, i tecnici sono risaliti alla ladra, una signora 47enne proveniente dalla Colombia (
pluripregiudicata per reati contro il patrimonio, droga e altro) che non si limitava a usufruire di energia gratis per se e per i suoi figli ma la rivendeva ad altri co-inquilini.

 

venerdì 9 ottobre 2015

tieni duro Franco !


Caro Franco, tutti i componenti della sezione ANC di Pioltello ti augurano di cuore una veloce guarigione.
Ti aspettiamo per una cena quando sarai di nuovo in forma e dinamico come al tuo solito.


Franco Paganini app. sc.

nuovo comandante del Gruppo

Rodolfo Santovito
Il tenente colonnello Rodolfo Santovito è il nuovo comandante del Gruppo Carabinieri di Monza. Dopo aver lasciato il suo precedente incarico al Comando Generale dell'Arma a Roma presso l'ufficio Legislazione da alcune settimane è arrivato in via Volturno.

Sposato, con due figli, dopo diversi incarichi in vari reparti dell'Arma, due esperienze di comando: per tre anni alla guida della compagnia di Ortona in Abruzzo, poi dal settembre 2003 ha comandato la più impegnativa compagnia di Palermo-San Lorenzo. Il suo ultimo incarico era a Roma nell’ufficio Legislazione del Comando Generale dell’Arma.

Nato a Pompei l'8 aprile del 1973, Rodolfo Santovito si è formato frequentando i corsi della scuola militare Nunziatella di Napoli e dell'Accademia Militare di Modena, per entrare poi nell'Arma dei Carabinieri con vari incarichi in Italia e all'estero (Bosnia).

"Ho assunto il comando del Gruppo Carabinieri di Monza con grande gioia ma anche con grande responsabilità" ha dichiarato stamattina durante la sua prima conferenza stampa a Monza. Parlando di sicurezza, Santovito si è dichiarato pienamente disponibile a collaborare con i cittadini e le amministrazioni locali su prevenzione e iniziative da realizzarsi in comune sul territorio.


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Gerardo Petitto

Il ten.col. Rodolfo Santovito prende il posto del colonnello Gerardo Petitto, comandante del Gruppo Carabinieri di Monza dal mese di luglio del 2013, anche lui napoletano di origine.
Petitto è stato trasferito in Sicilia, alla guida del comando provinciale di Caltanissetta. Ha lasciato Monza senza cerimonie pubbliche, come è nel suo stile di persona molto discreta e riservata.


giovedì 24 settembre 2015

le nuove Seat Leon

Seat Leon diesel 150 CV

Lo scandalo Volkswagen riguarda anche le nuove vetture di Polizia e Carabinieri

Carabinieri e Polizia hanno già ricevuto rispettivamente 106 e 100 automobili Seat Leon “2.0 TDI da 150 CV” in seguito al bando vinto dal Gruppo Volkswagen alla fine del 2014, per un totale di 184 milioni di euro. All'epoca i tedeschi superarono l'offerta dell'Alfa Romeo per soli 83 euro. Per i prossimi anni la fornitura salirà probabilmente di altri 4000 veicoli, al momento sono state ordinate 475 "pantere" e 450 "gazzelle".
Ogni auto costerà 43.897 euro (l'Alfa ne aveva offerti 43.980 euro) mentre la spesa finale per le casse dello Stato sarà di oltre 170 milioni di euro. Le vetture già consegnate  montano proprio il motore diesel Es189, classificato come "Euro 5" per il quale nelle prove in laboratorio sono stati forniti dati fasulli sulle emissioni di ossido di azoto.
Pare che le prossime forniture di Seat Leon alle forze dell'ordine monteranno un motore catalogato Euro 6.


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chi va piano va sano e va lontano ?


A parte lo scandalo delle emissioni, le "gazzelle" Seat Leon non avranno mai le stesse doti dinamiche e velocistiche delle Alfa Romeo 159.
Per gli operatori del NORM l
a scelta della Seat Leon rappresenta la conferma della volontà dei comandi di passare da vetture performanti capaci di competere con mezzi potenti in fuga a veicoli di protezione, magari dotati di tecnologie wireless che favoriscono le successive indagini, la raccolta delle informazioni in un’ottica di maggior sicurezza stradale attiva e passiva sia per i passeggeri sia per gli operatori stessi.
Con la Seat Leon, per la prima volta nella storia Carabinieri e Polizia avranno la medesima auto di servizio, sia come modello sia come allestimenti.



Le ultime vetture consegnate alla Tenenza di Pioltello sono le nuove Fiat Panda. Una scelta sicuramente in linea con le politiche di austerità di moda oggi, per quanto riguarda le prestazioni, invece, meglio non fare commenti ...


martedì 15 settembre 2015

quartieri dove lo Stato non esiste

gen. Raffaele Vacca

A Napoli lo Stato non esiste! 

Continua la guerra nel centro di Napoli

Questa volta è toccato a un 17enne, Gennaro Cesarano, ucciso con due colpi di pistola alle 4.50 di tre giorni fa davanti alla Chiesa di Santa Maria alla Sanità.
Il ragazzo - che abitava nella stessa strada dove è nato Totò - sarebbe stato vittima dell'incursione dimostrativa che le baby gang della nuova camorra effettuano su moto sparando in modo folle. 

Padre Alex, il Parroco, all'omelia per i funerali: "A Napoli i ragazzini muoiono perché lo Stato non c'è e a "l'Espresso" spiega "come in mancanza di opportunità, i ragazzini finiscono nella rete della criminalità….In tutto e per tutto ci sono due città, quella ricca che sta bene e quella degradata dove si muore".
Padre Alex Zanotelli è il missionario che da ormai 10 anni vive in quel pezzo di città fatto di futuro incerto e dilaniato dai clan e dalla criminalità. Il rione Sanità è centro ma è come se fosse una lontana periferia.
Prosegue il coraggioso sacerdote: "La borghesia cittadina deve rendersi conto che ciò che accade qui e in altre zone li riguarda, non può restare indifferente, questi sono conflitti sociali che richiamano tutti quanti alle nostre responsabilità … Nessuno verrà a salvarci, alziamo la testa e liberiamoci … Non solo al rione Sanità, ma anche in altri quartieri cittadini. Ci sono bande di piccoli criminali dietro cui c'è la camorra che si contende l'affare lucroso della droga. L'uccisione di Gennaro è solo l'ultimo episodio di una lunga serie. Ora la gente, in particolare le donne, che sono madri e sorelle, ha deciso di reagire, di ribellarsi. Anche perché nessuno verrà a salvarle, spetta a loro farlo".

Questa storia ci fa tornare alla mente una storia di 32 anni addietro, trattata su questo giornale, nella quale veniva ricordato un ambito difficile, quello in cui si trovò ad operare Domenico Celiento, il leggendario Brigadiere "Mimmo", operante nel vasto territorio di competenza, quello della Compagnia Carabinieri di Napoli- Stella, con giurisdizione sui quartieri più sensibili sotto il profilo della sicurezza pubblica, dalla Sanità a Forcella, passando per San Carlo all'Arena e Borgoloreto (con la Stazione Ferroviaria e l'attiguo Mercato della Duchesca), Secondigliano e il quartiere "167", oggi denominato Scampia e reso noto dal film "GOMORRA", per arrivare sino a San Pietro a Patierno. All' epoca, la zona di Secondigliano era, secondo statistiche specializzate, ritenuta la più "criminogena" d' Europa, e a ragione; ma tale è certamente rimasta dopo trent'anni, forse anche di più, superando chissà quale recordi.
brig. "Mimmo"
Questo dovrebbe far considerare a ragione la necessità di rimodulare nel tempo le giurisdizioni dei presidi di Polizia nelle grandi città, per adeguarli alle nuove situazioni operative e sociali, ma soprattutto per incrementare la presenza dello Stato in aree delicate. Proprio nel 1984, in quest'ottica, fu attivata la Stazione dei Carabinieri nel quartiere "167", in locali situati in prossimità delle famose Vele (gli enormi caseggiati di edilizia popolare conosciuti dal grande pubblico grazie al film prima citato).

Tornando a Celiento, sappiamo che conduceva indagini sulle estorsioni nel quartiere Sanità, e in tale contesto oltremodo difficile per il clima di omertà, aveva proceduto in appena tre mesi all'arresto di ben dieci delinquenti, mentre già si delineava il coinvolgimento di elementi di spicco del clan camorristico dominante di Forcella. Di carattere generoso ed espansivo, ma diffidente e riservato nelle cose di lavoro, sorretto da valida preparazione professionale e animato dai migliori sentimenti di attaccamento al dovere, lavorava senza guardare l'orologio, mai sottraendosi ai servizi più gravosi e pericolosi.

Non passò molto tempo, purtroppo, che si arrivò a quel maledetto 28 aprile 1983, quando di prima mattina sulla Circonvallazione di Casoria ci fu l'agguato al valoroso Sottufficiale. Due autovetture, con killer a bordo, lo  fermarono per colpirlo a morte; morte che, per la sua forte fibra, sopravvenne il giorno dopo all' Ospedale Nuovo Pellegrini.
Il giovane Carabiniere lasciava la moglie, Gaetana Fusco, che all'epoca aveva solo 27 anni, e due figlie, Maria di 4, e Lucia di appena un anno.


(...)


Ma la Camorra, oggi, com'è cambiata rispetto ai tempi in cui la combatteva il generoso e audace Brigadiere "Mimmo" Celiento?

(...) i clan di ieri, quelli di sempre, si affidano ormai ai più giovani. Quindi, nuovi killer camorristi hanno dalle vecchie famiglie armi, futuro prestigio e potere criminale.
Clan storici comunque se alle strette non evitano di collaborare con la giustizia e a volte salvaguardano il proprio patrimonio grazie alle leggi inadeguate esistenti.

La conclusione è che le parole forti del Parroco del rione Sanità devono rendersi dirette a tutti gli Italiani, davvero stanchi di commemorare Difensori della Legge uccisi negli anni come di ascoltare  promesse della politica che mai saranno attuate per interessi non puliti.


      gen. div. (aus) Raffaele Vacca    (già Capo di Stato Maggiore Comando Scuole Carabinieri)

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Nel quartiere di Seggiano attorno a Piazza Garibaldi lo Stato esiste ?

 

I Carabinieri di Pioltello stanno facendo passi concreti per migliorare il controllo del territorio. Venerdì 11 settembre, per esempio, la nostra Tenenza ha ottenuto dal Questore di Milano la chiusura - per almeno una settimana - del bar di Via Monza 21, all'angolo con Via del Santuario, frequentato abitualmente da esponenti della malavita.